“Le origini sciamaniche dell’arte” era il titolo di un corso di filosofia estetica. Lo tenne a Genova, molti anni fa, la professoressa Grazia Marchianò alla facoltà di filosofia.
Lo sciamano non è, però, solo il prototipo dell’artista. I suoi interventi sono volti alla cura e alla ricerca di equilibrio, fosse questo del singolo o della comunità. Egli viaggia alla ricerca dell’anima del malato e la riaccompagna a casa attraverso le tappe del mondo mitico. Per questo penso si possa parlare delle origini sciamaniche dell’Art Counseling.
Nelle slide che seguono viene inoltre presentato e proposto un modello di intervento. Si basa su due universali culturali ed è ispirato da un canto sciamanico. Il primo universale culturale è la tripartizione tra mondo celeste, mondo terreno e mondo sotterraneo. Il secondo è la tripartizione del tempo tra passato, presente e futuro. Utilizzandole si ottiene una matrice in cui il cliente e il counselor possono rappresentare ciò che viene detto e provato. Il cliente parla e scrive e disegna. Il counselor ascolta, dialoga, riformula anche in forma grafica.
E’ possibile restituire una sintesi sotto forma di canto sciamanico. Le slide analizzano un canto Cuna: un popolo che vive su isole vicine a Panama. Coniugare tecniche e tecnologie moderne con aspetti e strumenti antichi, può avere un effetto emotivo piuttosto forte.